venerdì 5 luglio 2013

Gesú ti ama!



IL BAMBINO NEL CASTELLO

IL BAMBINO NEL CASTELLO

C'era una volta un bambino che viveva in un castello, dalle finestra si potevano vedere meravigliosi paesaggi, ma mai le venne in mente di uscire e visitarli.
Gli anni passarono ed lui era molto felice, fino al giorno in cui si rese conto di essere prigioniero, quel castello che era stata la sua culla stava diventando la sua tomba.
Un giorno si accorse che le porte erano molto pesanti e le grate delle finestre molto solide.
Nel frattempo in un giorno di festa, le venne recapitato un regalo con su scritta una frase:" Ho dato tutto per fartelo avere, quando lo apri vienimi a trovare, ti devo parlare."
Prendendo il piccolo regalo tra le mani pensó," prima mi libero e prima saró in grado di aprire il regalo ed andare a trovare il mittente." Scelse ogni tipo di attrezzatura per tagliare le sbarre, e per anni cercó in ogni modo di liberarsi.
Diventato oramai vecchio guardó il pacchetto, si senti indegno di aprirlo, perche era ancora prigioniero, con una lacrima che le rigava il volto e le mani oramai tremanti, scarto il pacco e, con grande sorpresa, si accorse che dentro c'era una piccola chiave dorata.
Per tanti anni aveva cercato di liberarsi da solo, quando qualcuno aveva pagato per la soluzione.
Si alzo, aprí la porta e andó a cercare il suo benefattore.
..."la retribuzione del peccato é la morte, ma il dono di Dio é la vita eterna." Sta scritto nella bibbia.
A volte noi aspettiamo di essere perfetti, di liberarci dagli sbagli della nostra vita prima di seguire Dio,
con il riscio di spendere una vita a segare le sbarre, ma se guardiamo a quel dono scopriremo che Lui ha pagato tutto per la nostra libertá.
SCARTARE HA DUE SIGNIFICATI: TOGLIERE LA CARTA OPPURE RIFIUTARE,
COSA FARAI DI UN COSÍ GRANDE DONO?

Cosa rende Gesú cosí diverso dagli altri???

Cosa rende Gesú cosí diverso dagli altri???

Nei secoli, la domanda: «Chi è Gesù?» è stata forte motivo di divisione. Come mai tanto disaccordo? Perché il Suo nome irrita più di qualsiasi altro nome di leader religioso? Perché si può parlare di Dio senza che nessuno si irriti, mentre non appena si nomina Gesù la gente molto spesso vuole interrompere la conversazione, oppure si mette sulla difensiva?
Perché i nomi di Budda, Maometto, Confucio non offendono la gente? Il motivo è che essi non sostennero di essere Dio, mentre Gesù sì. Questo è ciò che lo rende così diverso dagli altri leader religiosi. Affermava in modo chiaro di essere Dio. Egli si presentava come l'unica via per conoscere Dio, l'unica sorgente di perdono dei peccati, l'unico mezzo di salvezza. Per molte persone questo è troppo esclusivo, troppo limitativo per accettarlo. Comunque, il problema non verte su quello che vogliamo pensare o credere, ma, piuttosto, su chi Gesù affermava di essere.
Il Nuovo Testamento presenta chiaramente Cristo come Dio. I nomi usati per Cristo nel Nuovo Testamento sono tali da poter essere attribuiti solo a Dio. Per esempio, Gesù è chiamato Dio in Tito 2:13: «Aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù» (cfr. Giovanni 1:1; Ebrei 1:8; Romani 9:5; 1 Giovanni 5:20).
Le Scritture attribuiscono a Cristo caratteristiche che possono essere vere solo per Dio. Gesù è presentato come essere increato (Giovanni 1:4; 14:6); onnipresente (Matteo 28:20; 18:20); onnisciente (Giovanni 4:16-17; 6:24; Matteo 17:22-27); onnipotente (Apocalisse 1:8; Luca 4:39-41; 7:14,15; Matteo 8:26,27); eterno (1 Giovanni 5:11,12, 20; Giovanni 1:4).
Gesù ricevette l'onore e l'adorazione che solo a Dio si può rivolgere. Affrontando Satana, Gesù disse: «Le Scritture dicono: "Adora il Signore, Dio tuo e a lui solo rendi il culto"» (Matteo 4:10). Gesù è stato adorato come Dio (Matteo 14:33; 28:9), e a volte ha addirittura preteso di essere adorato come tale (Giovanni 5:23; confronta Ebrei 1:6; Apocalisse 5:8-14). La maggior parte dei seguaci di Gesù erano devoti giudei che credevano in un unico vero Dio. Essi erano monoteisti fino alle midolla, eppure Lo riconobbero come Dio incarnato.
Gesù non solo affermò di essere uguale a Dio Suo Padre, ma asserì anche di essere una sola cosa con Lui. Durante la Festa della dedicazione, a Gerusalemme, Gesù fu avvicinato da alcuni capi giudei che gli domandarono se Egli fosse il Cristo. Gesù terminò la Sua risposta dicendo: «"Io e il Padre siamo uno". I Giudei presero di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: "Vi ho mostrato molte buone opere da parte del Padre mio; per quale di queste opere mi lapidate?" I Giudei gli risposero: "Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio"». (Giovanni 10:30-33).
Nel Vangelo di Marco, è descritto il processo di Gesù (14:60-64). La narrazione di questa azione giudiziaria è uno dei resoconti più chiari dell'affermazione di deità fatta da Gesù. «Allora il sommo sacerdote, alzatosi in piedi nel mezzo, domandò a Gesù: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?" Ma egli tacque e non rispose nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò e gli disse: "Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?" Gesù disse: "Io sono; e vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza, venire sulle nuvole del cielo". Il sommo sacerdote si stracciò le vesti e disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Voi avete udito la bestemmia. Che ve ne pare?" Tutti lo condannarono come reo di morte».
È interessante notare che Gesù non risponde, così il Sommo Sacerdote lo pone sotto giuramento. Gesù deve rispondere (e son molto felice che abbia risposto). Alla domanda: «Sei tu il Messia, Figlio di Dio?»Gesù risponde: «Sì, Io sono». Un'analisi della risposta di Cristo rivela che Egli affermò di essere stata la stessa risposta data a Mosé.
Il Sinedrio, il tribunale giudaico, comprese questi tre punti, e il Sommo Sacerdote rispose stracciandosi le vesti e dicendo: «Che abbiamo noi più bisogno di testimoni?» Con le loro orecchie, l'avevano finalmente sentito dire direttamente da lui stesso. Fu condannato dalle proprie parole.
GESÚ FÚ CONDANNATO A MORTE, PERCHÉ RIVELÓ DI ESSERE DIO.
«Nessuna prova è più convincente di quella fornita da testimoni ostili, e il fatto che il Signore proclamasse la propria deità è incontestabilmente stabilito dall'accusa rivoltagli dai Suoi nemici. Dobbiamo ricordare che i giudei non erano una tribù di selvaggi ignoranti, ma gente molto colta e profondamente religiosa. È proprio per questa accusa che, senza voci dissenzienti, fu decretata la Sua morte dal Sinedrio, il loro grande Consiglio nazionale, composto dai più eminenti capi religiosi, tra cui vi erano persone come Gamaliele e il suo grande allievo, Saulo di Tarso».
Nella maggior parte dei processi le persone vengono giudicate per quello che hanno fatto, ma non è ciò che accadde per Cristo. Gesù fu giudicato per quello che era. Il processo di Gesù dovrebbe essere sufficiente a dimostrare in modo convincente che Egli dichiarò di essere Dio. I Suoi giudici lo testimoniano. Nel giorno della Sua crocifissione, inoltre, i Suoi nemici mostrarono di riconoscere che Egli aveva affermato di essere Dio incarnato. «Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare sé stesso! Se lui è il re d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui. Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: "Sono Figlio di Dio"». (Matteo 27:41-43).
in fede G.Basile