i
Testimoni di Geova
in
cosa credono i testimoni di geova - il condizionamento mentale - come
aiutarli
Chi
sono i Testimoni di Geova?
I
Testimoni di Geova sono riconosciuti dallo Stato italiano come
"Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova". Ma
chi sono in effetti? Per rispondere ci baseremo sia sulla loro
letteratura, sia sulle opere migliori di specialisti sulla storia e
sulla dottrina dei Testimoni di Geova.
La
prima cosa da precisare è che i Testimoni di Geova (TdG) non sono
cristiani, anche se si dichiarano gli unici veri cristiani. Essi
negano infatti i fondamenti stessi del Cristianesimo: essi non
credono che Gesú Cristo é Dio, e non credono che la salvezza
avviene attraverso la fede in Lui.
In
secondo luogo, i TdG hanno una propria Bibbia (Traduzione del Nuovo
Mondo delle Sacre Scritture), che non è quella ebraico-cristiana,
perché in tutti i punti essenziali è stata manipolata in maniera da
confermare la loro dottrina (le modifiche sono elencate in questo
studio).
Cioè non sono i TdG che si conformano alla Sacra Scrittura, ma è
questa che viene adattata alla dottrina stabilita dal Corpo Direttivo
dei TdG. Quest'ultimo perciò ha la grave colpa di aver falsificato
la Sacra Scrittura in cose essenziali, per farle dire cose che essa
non dice o per farle dire il contrario di quello che essa dice.
L'Organizzazione
del movimento, la Torre di Guardia (Watch Tower, con sede a
Brooklyn), e il periodico "La Torre di Guardia", sono
considerate dai TdG l'unico strumento valido per spiegare quello che
dice la Bibbia. L'Organizzazione, su La Torre di Guardia del
15 aprile 1943, pag. 127, edizione inglese, arrivò a dichiarare: "La
rivista La Torre di Guardia non ha eguali sulla terra, perché
è dovuta al grande Autore della Bibbia".
Tra
i cattolici è diffusa l'idea che i TdG siano protestanti; ciò è
errato. I TdG non condividono affatto le dottrine del
protestantesimo, ma si basano invece sulla corrente delle "sette
cristiane", sorte pressappoco nello stesso periodo, e imperniate
su dottrine eretiche come il condizionalismo (secondo cui l'anima non
è immortale, e l'uomo risorge solo al momento del giudizio finale, a
certe condizioni) e il sacro nome (l'obbligo di usare un nome
specifico per Dio, "Geova").
In
terzo luogo, i TdG non hanno una vita propriamente religiosa. È
raccomandata la preghiera personale a Geova (Dio), ma il vero culto
consiste nello studio biblico fatto nelle adunanze settimanali e
l'appartenenza all'Organizzazione dei TdG (che si autodefinisce
"l'organizzazione visibile di Dio"). Nel geovismo non ci
sono pratiche religiose né vita sacramentale. C'è soltanto il
battesimo, che non è inteso come sacramento, ma è il segno, dato
agli altri, che si è deciso di aderire all'Organizzazione dei TdG.
Una volta all'anno si fa anche un'adunanza per commemorare la morte
di Gesù: il pane e il vino vengono assunti soltanto da coloro che
sentono di far parte dei "144.000 unti". Gli altri si
limitano ad assistere alla cerimonia "in veste di osservatori"
che, invece di avere la speranza di una vita celeste con Cristo, "si
rallegrano alla prospettiva di vivere per sempre sulla terra
paradisiaca".
È
un fatto abbastanza strano che i continui spostamenti di presunte
"date della fine del mondo presente" da parte
dell'Organizzazione - dal 1874 al 1914, dal 1914 al 1925, dal 1925 al
1975, dal 1975 a una data imminente, non specificata - non abbia
provocato nel movimento geovista crisi che avrebbero dovuto dargli un
colpo mortale, perché il fatto che le profezie dei presidenti e del
Corpo Direttivo non si avverano era segno evidente che il movimento
geovista poggiava sul falso (si consideri anche il pensiero della
Bibbia in proposito, espresso in Deuteronomio 18,20-22 e Matteo
7,15).
In
realtà, dopo che la data del 1925 si dimostrò falsa, ci fu nel
movimento geovista una "grande delusione", perché parecchi
membri di esso avevano abbandonato il lavoro, rinviato operazioni
necessarie per la salute, interrotto la coltivazione dei campi e
abbandonato i loro averi. Ma la crisi fu ben presto assorbita e il
movimento, opportunamente riorganizzato da J. E. Rutherford, crebbe.
Una
nuova "grande delusione" si ebbe quando anche nel 1975 -
altra data della presunta fine del presente mondo, profetizzata da N.
H. Knorr - non avvenne nulla; ma anche questa volta l'organizzazione
subì danni contenuti.
Invece
una crisi grave scoppiò all'interno del Corpo Direttivo, quando nel
1979, partendo dal fallimento della loro profezia del 1975, si pose
in questione la data del 1914, che è la data cardine su cui poggia
tutto il geovismo. Il Corpo Direttivo ribadì con durezza che tale
data non doveva essere mutata. Un membro del Corpo Direttivo -
Raymond Franz - che mosse gravi obiezioni, venne espulso e più tardi
disassociato: la vicenda è narrata nel volume Crisi di coscienza
che, se ha mostrato che gravi dubbi esistono anche all'interno del
Corpo Direttivo, ha ricordato anche, che nonostante tutte le crisi e
le delusioni, il movimento geovista è in crescita.
Probabilmente,
la spiegazione va ricercata nell'estrema rigidità
dell'organizzazione dei TdG e nella sua capacità di plagio degli
aderenti (nel libro "I testimoni di Geova: ideologie e
consenso sociale", M. Castiglione, parlando di ciò che
avviene all'interno di questa organizzazione, afferma che essa è "il
più rilevante esempio di coercizione psicologica e di manipolazione
di massa").
Da
una parte, i membri sono sottoposti a un'estrema vigilanza, per cui
ogni minimo dissenso da quanto ha stabilito il Corpo Direttivo viene
immediatamente stroncato e punito con la disassociazione; dall'altra,
ai TdG non è permesso di pensare in maniera autonoma: ogni membro
deve "evitare lo spirito indipendente, mettendo in dubbio i
consigli dell'organizzazione"; non deve avere contatti e scambi
di idee con persone estranee al movimento, che potrebbero insinuargli
dubbi circa i dogmi ufficiali; è scoraggiato dal leggere libri e
riviste che possono influenzare il suo modo di pensare, che deve
essere soltanto quello del movimento geovista. L'unica verità è
quella che gli è insegnata con un continuo e implacabile
martellamento psicologico nelle adunanze, in cui il TdG è sottoposto
a un totale asservimento mentale. "Ecco perché non c'è un solo
Testimone di Geova al mondo al quale sia consentito scrivere. Per
quanto incredibile possa sembrare, in tutta la loro storia nessuno di
loro ha mai prodotto nulla che fosse frutto delle sue riflessioni. È
assolutamente vietato loro scrivere libri, saggi, articoli o altro,
che contengano il frutto di una loro ricerca, di un loro pensiero.
Quei pochissimi che hanno osato farlo sono stati puniti con la
disassociazione. Nel 1982 fu "disassociato" C. Olof
Jonsson, TdG da 25 anni, per aver scritto un volume nel quale
mostrava l'infondatezza della data del 607 a.C. come anno della
distruzione di Gerusalemme da parte del re Nabucodonosor II: in
realtà, il fatto che il re babilonese non distrusse Gerusalemme nel
607 fa crollare la data del 1914, su cui poggia la dottrina geovista.
È storicamente certo che Nabucodonosor II distrusse Gerusalemme 20
anni dopo, nel 586-587.
Questo
ci fa concludere che l'Organizzazione esercita sui suoi adepti una
sorta di plagio mentale, per cui perdono ogni senso critico e sono
disposti a credere e ad accettare come volontà divina qualunque cosa
sia loro proposta dal Corpo Direttivo, anche quando questo fa
affermazioni che poi si dimostrano false, come le date (1878, 1914,
1925, 1975) della fine del mondo presente, e anche quando la loro
traduzione della Bibbia dal greco è manifestamente erronea.
Possibile - ci si chiede - che i TdG non si rendano conto di essere
ingannati da profezie palesemente false e da traduzioni volutamente
erronee della Sacra Scrittura? Siamo di fronte all'aspetto
maggiormente deprecabile del geovismo: la distruzione che esso opera
di ciò che nell'uomo è più propriamente "umano": la sua
capacità di pensare autonomamente, di ragionare e di esercitare la
facoltà critica, la sua libertà.
C'è
un secondo aspetto, anch'esso assai deprecabile, del geovismo che non
possiamo non segnalare; ed è che esso induce a rompere ogni rapporto
"umano" e a considerare estranei e da evitare tutti coloro
che non appartengono ai TdG, siano essi parenti stretti e amici un
tempo carissimi, ma anche il marito, la moglie e i figli, per cui
nelle famiglie che non sono tutte formate da TdG avvengono rotture e
scissioni crudeli e inumane. Il TdG trova calore affettivo e amicizia
soltanto all'interno del movimento geovista, frequentando la loro
"Sala del Regno" (il luogo dove si radunano). Tutte le
altre persone sono estranee e nemiche e con esse non bisogna avere
nulla a che fare. Questo spirito "settario" rende
estremamente difficile ogni sincero dialogo con i TdG.
Il
condizionamento esercitato sugli adepti
Nella
stragrande maggioranza dei casi in cui parenti e amici tentano di
parlare a un TdG circa gli errori della Torre di Guardia, essi non
riescono a comunicare col TdG. Costoro possono avere dimestichezza
con l'ideologia della Torre di Guardia, ma poi procedono come se al
TdG mancassero solo le prove, presumendo semplicisticamente che, una
volta di fronte alla verità, egli capirà e lascerà
l'Organizzazione. Questo modo di fare non funziona quasi mai, perché
si basa sull'ipotesi che la persona è solo priva di un'accurata
informazione, e che una volta messa di fronte alla verità, prenderà
la decisione di lasciare la Torre di Guardia.
In
questo modo si parte dal falso presupposto che la persona non abbia
sentito critiche sulla Torre di Guardia, o che la persona sia
abbastanza obiettiva per valutare da sola la veridicità della Torre
di Guardia.
E'
difficile trovare un TdG che non abbia letto o sentito notizie che
svelano la disonestà intellettuale della Torre di Guardia. Allora
perché problemi non ne vede? Evidentemente qualcosa gli impedisce di
analizzare le notizie vere in modo obiettivo. La sua mente è
abituata a non dubitare minimamente dell'Organizzazione; si eleva un
muro che in effetti gli dice: "fin qui puoi arrivare, ma non
oltre". L'amico o il familiare non si rende conto che la persona
è vittima del condizionamento mentale, e che qualsiasi pregiudizio o
presupposto l'Organizzazione gli abbia inculcato, gli impedirà di
vedere le cose con obiettività.
Si
potrebbe paragonare tutto ciò al caso di una bambina che ama molto
sua madre e che scopre che lei è sotto processo per omicidio di
primo grado. Non avendo ancora la maturità per capire la natura
umana e la complessità della personalità, la bimba sarà
sopraffatta dal proprio attaccamento verso la madre e rifiuterà
(anche senza una valida ragione) ogni sforzo per convincerla che sua
madre può essere un'assassina. L'illustrazione non si discosta molto
da ciò che succede in realtà nella mente del TdG. Gli viene
insegnato che l'Organizzazione è la "madre" e che Geova è
il "padre" che però parla al TdG solo attraverso
l'Organizzazione. Gli viene ripetutamente ricordato quanto
quest'ultima sia degna di fiducia e che senza di essa il TdG non può
farcela. Chiunque altro cerchi di aiutare il TdG è considerato
pericoloso.
Poiché il TdG fa parte di una "fratellanza",
legata da uno spirito di compattezza per effetto delle cinque
adunanze settimanali, la sensazione di essere al sicuro e anche
"amato" rafforza ciò che sostiene l'Organizzazione. Essa
gli ha insegnato a non leggere niente di ciò che la mette in cattiva
luce, impedendo così alla persona di pensare in modo obiettivo. Di
fronte a tali pubblicazioni egli è indotto a reagire emotivamente.
Egli non discute minimamente le motivazioni o la veridicità
dell'Organizzazione, anche di fronte a una vera sfida.
Solo se
comincia a perdere fiducia nelle pretese dell'Organizzazione, potrà
uscire dal vincolo emotivo e comincerà a pensare in modo obiettivo.
Un
ex-TdG ha commentato: "La maggioranza dei Testimoni è in
buona fede, anche perché pochissimi di loro hanno fatto dei
confronti seri con realtà religiose diverse o approfondito
criticamente gli insegnamenti ricevuti; molti non hanno né i mezzi
né la capacità di farlo. Una volta diventati TdG, dopo qualche
tempo, capacità e volontà di discernere errori e contraddizioni
vengono soffocati quasi del tutto dal continuo studio di riviste e
pubblicazioni edite dal Corpo Direttivo (CD), studio che consiste
nell'accettazione acritica e passiva di tutto ciò che dichiara la
Società. Lo so che ai Testimoni dà fastidio sentir parlare di
indottrinamento, ma non possono negare questa realtà: quante volte
qualcuno di loro ha potuto esprimere liberamente delle critiche agli
insegnamenti dello "schiavo"?".
Un
altro ex-TdG, dopo aver lasciato l'Organizzazione, ha commentato:
"Non è stato facile. Perché il mondo esclusivo che si è
costruito attorno al testimone di Geova crolla quando si decide di
uscirne; si perdono le amicizie, viene tolto anche il saluto. Si è
nel più completo isolamento: la morte sociale. Tant'è che il 30% di
quelli che abbandonano poi rientrano proprio per ritrovare l'ambiente
lasciato: amicizie, affetti, calore umano. Quantunque
l'Organizzazione tema più quello che lascia spontaneamente che non
quello che viene allontanato. Chi lascia evidentemente ha maturato
una scelta autonoma che potrebbe essere imitata da altre persone. La
mia decisione di mettere fine a quest'esperienza è nata per motivi
ideologici. Ma è stato stressante non poterne parlare con nessuno."
C'è
speranza per parenti o amici che sono entrati a far parte dei
Testimoni di Geova?
È
una perdita di tempo cercare di aiutare un TdG ad uscire
dall'Organizzazione? Potrebbe sembrare così per chi osserva
dall'esterno. Il cieco zelo e l'impenetrabilità alla critica da
parte del TdG potrebbero sembrare permanenti al familiare che cerca
di liberarlo dalla Torre di Guardia.
L'Organizzazione
sa che deve costantemente alimentare i propri adepti con lo stesso
materiale, settimana dopo settimana, perché ha paura che un
affiliato cominci a pensare e ad agire autonomamente. Qualche volta
il TdG si estranea per un lungo periodo dalle attività della "Sala
del Regno", e questo fa scattare nella sua mente le perplessità.
Molti semplicemente si stancano di essere condizionati e la propria
identificazione col movimento perde ogni attrattiva.
Che
genere di forte motivazione evita al TdG di gettarsi a capofitto
nelle "pericolose" acque dell'autocritica? Il motivo è la
paura; il problema principale è la fiducia malriposta. Il concetto
cristiano di confidare in un Dio reale ma invisibile viene sostituito
da un simbolo più a portata di mano: l'Organizzazione. Il TdG impara
che servire l'Organizzazione equivale a servire Dio. Crede che, se
l'Organizzazione non fosse realmente voluta da Dio, non avrebbe
nessun'altra sicurezza. Così rimane aggregato ad essa continuando ad
ignorare la gran massa di informazioni che scardinano l'intera
struttura della Torre di Guardia. Più ignora i fatti, più diventa
mentalmente ristretto rischiando di non cambiare più.
Per
cancellare il problema delle false profezie e delle incongruenze
dell'Organizzazione, il TdG deve, in effetti, ingannare se stesso e
pensare che l'Organizzazione è nel giusto.
Qualche
studioso ha suggerito che per mettere a nudo i pregiudizi di un TdG è
utile discutere con lui su argomenti che abbiano analogie con il
condizionamento praticato dalla Torre di Guardia, ma che non
riguardino direttamente né lui né l'Organizzazione.
Un
cristiano può pensare di dover ricorrere subito alla Bibbia, ma si
deve capire che prendere in mano la Bibbia scatena nel TdG una certa
"linea di pensiero" prestabilita. Sebbene il TdG sia
realmente ignaro della maggior parte del contesto biblico, tuttavia
in conversazioni scritturali si sente a suo agio, perché è stato
ampiamente indottrinato su cosa deve pensare e come
rispondere.
Tirare fuori la Bibbia inopportunamente lo scuoterà
da quella seria riflessione, e sarà di nuovo sicuro del fatto che
lui sa già tutto sulla Bibbia, e che voi siete certamente
nell'errore. Molte volte un cristiano ha visto naufragare i suoi
sforzi di coinvolgere un TdG in conversazioni bibliche. La parte
dolente della faccenda è che il cristiano crede di poter comunicare
con il TdG proponendo alcuni brani biblici da chiarire; il risultato
sarà che il TdG non gli parlerà più, e continuerà a credere di
conoscere bene la Bibbia e di possedere tutta la verità.
Al
di là dei ragionamenti logici o teologici che si possono tentare,
ricordiamo che prima e sopra ogni altra cosa, la cosa migliore da
fare resta comunque pregare per queste persone, perché ciò che è
impossibile agli uomini, è possibile a Dio (vang. di Matteo 19,26).
Desidero
concludere questo studio con le parole di un fratello, il quale
consiglia di rendere semplicemente la vostra testimonianza cristiana
a queste persone; dicendogli cioè "che siete dei discepoli
di Cristo e che mediante la fede in Lui avete ricevuto la remissione
dei peccati, avete la salvezza, avete la vita eterna, avete la pace
di Dio, la gioia della salvezza, una consolazione eterna, avete lo
Spirito Santo nei vostri cuori che grida: Abba! Padre!, e quindi che
non vi manca nulla. Ma proseguite dicendogli che anche loro possono
ricevere la salvezza se si ravvedono dai loro peccati e credono in
Gesù. Ditegli che ciò si può sperimentare adesso, basta invocare
Gesù Cristo.
Per quanto riguarda il vostro atteggiamento nei loro
confronti, mostrategli amore quando gli parlate, non siate aspri e
neppure volgari, perché questi atteggiamenti non si addicono ai
santi. Ma l’amore sia sempre accompagnato da gravità e da
franchezza. Ed infine pregate per loro affinché Dio li salvi."
Il
Signore vi benedica!